Le storie private, a volte, sono capaci di darci il senso preciso della più grande Storia pubblica.

E' questo il senso della testimonianza di Mirka Liberale, militante e sindacalista nata a Raiano, che pubblichiamo in questo 25 luglio 2023, ottanta anni dopo la caduta del fascismo.

La sua storia è stata raccolta da Maria Paola Del Rossi il 27 giugno 2023, nella sua casa di Avezzano.

Nel 1943 Mirka era adolescente e il gesto di suo padre è parte di una storia "lunga" del fascismo e dei suoi soprusi, che conosce un momento di svolta proprio in quel 25 luglio. 

Perché, in fondo, che cosa ha significato per gli italiani il 25 luglio 1943? Noi oggi diciamo che è il giorno in cui è caduto il Fascismo, ma per qualcuno, allora, quello era il giorno in cui finiva la guerra. O almeno il giorno che nutriva la speranza che la guerra finisse.

Per altri, i fascisti più convinti, quel giorno fu invece il drammatico epilogo di una rivoluzione che aveva portato l’Italia alla grandezza.

Per altri ancora, fu il momento in cui l’Italia poteva forse sperare di rinascere, in cui la lotta clandestina condotta fino ad allora finalmente cominciava a dare i suoi frutti.

Per la Corona ed alcuni ambienti di corte, oltre che per certi ambienti fascisti, poi, fu il tentativo di uscire dal vicolo cieco in cui la guerra al fianco di Hitler aveva messo l’Italia.

E per qualcun altro - ancora - fu il drammatico momento in cui affacciarsi sul vuoto, trattenendo il fiato e aspettando l’evolvere degli eventi.

Insomma, a guardarlo da vicino il 25 luglio è molte cose, anche se la sua storia spesso viene raccontata solo dal punto di vista politico-istituzionale. Si tratta di una prospettiva che rischia di allontanarlo dal sentire comune e che rende difficile capire le scene di giubilo che accompagnarono il diffondersi della notizia della “caduta” di Mussolini, come nel Giornale Luce n. 1 del 3 agosto 1943.

In casi come questi la Storia deve saper accogliere le prospettive individuali, farsi nutrire e rinforzare dai racconti privati, proprio come quello di Mirka.