La costruzione di un archivio è una sfida particolarmente impegnativa in un periodo in cui il tempo sembra declinarsi solo al presente. Una sfida che ha molti elementi di natura tecnica, ovviamente. Ma si presenta anche, e forse soprattutto, come una sfida politica perché si tratta di riconnettere storia e memoria su temi che oggi sembrano aver perso di considerazione nella sfera pubblica.
Il 9 maggio abbiamo organizzato, insieme all’Università di Teramo (Dipartimento di Scienze Politiche e History Lab) e alla Fondazione Gramsci di Roma, un convegno sulla costruzione di un archivio delle sinistre in Abruzzo, prendendo come spunto il lavoro che stiamo portando avanti ormai da tre anni.
Il nostro archivio, infatti, ha ormai raggiunto una dimensione considerevole, e può senz'altro essere considerato il più grande archivio storico della sinistra abruzzese: ad oggi ci sono 291 metri lineari di documenti e carte di vario genere che attraversano un lungo arco cronologico, dal 1943 al 2008. L’attività di digitalizzazione, che è iniziata solo nel 2020 ha riguardato finora oltre 34.000 fogli, ai quali occorre aggiungere 500 fotografie e 300 manifesti.
In più, abbiamo avviato anni fa una raccolta di interviste-memoria di militanti e dirigenti: per ora ne abbiamo realizzate tredici, ma presto riprenderemo la campagna.
E però, per quanto ampio, il nostro lavoro non è ancora finito, anzi. C’è molto da riordinare e catalogare, ma soprattutto c’è ancora molto da raccogliere. Nei prossimi mesi ad esempio - possiamo già anticiparlo - avvieremo una campagna di raccolta di memorie fotografiche e filmiche, che si integrerà con la raccolta di testimonianze.
E tuttavia, vista la mole di materiale, è arrivata l’ora di tirare le somme e capire quale sia il punto esatto da cui riprendere: lo faremo appunto nel convegno del 9, a cui parteciperanno storici, archivisti e ricercatori.
Anche perché ora siamo finalmente in grado di intraprendere una nuova sfida, quella della ricerca e della ricostruzione delle tante storie delle sinistre abruzzesi.
Il 9 maggio abbiamo organizzato, insieme all’Università di Teramo (Dipartimento di Scienze Politiche e History Lab) e alla Fondazione Gramsci di Roma, un convegno sulla costruzione di un archivio delle sinistre in Abruzzo, prendendo come spunto il lavoro che stiamo portando avanti ormai da tre anni.
Il nostro archivio, infatti, ha ormai raggiunto una dimensione considerevole, e può senz'altro essere considerato il più grande archivio storico della sinistra abruzzese: ad oggi ci sono 291 metri lineari di documenti e carte di vario genere che attraversano un lungo arco cronologico, dal 1943 al 2008. L’attività di digitalizzazione, che è iniziata solo nel 2020 ha riguardato finora oltre 34.000 fogli, ai quali occorre aggiungere 500 fotografie e 300 manifesti.
In più, abbiamo avviato anni fa una raccolta di interviste-memoria di militanti e dirigenti: per ora ne abbiamo realizzate tredici, ma presto riprenderemo la campagna.
E però, per quanto ampio, il nostro lavoro non è ancora finito, anzi. C’è molto da riordinare e catalogare, ma soprattutto c’è ancora molto da raccogliere. Nei prossimi mesi ad esempio - possiamo già anticiparlo - avvieremo una campagna di raccolta di memorie fotografiche e filmiche, che si integrerà con la raccolta di testimonianze.
E tuttavia, vista la mole di materiale, è arrivata l’ora di tirare le somme e capire quale sia il punto esatto da cui riprendere: lo faremo appunto nel convegno del 9, a cui parteciperanno storici, archivisti e ricercatori.
Anche perché ora siamo finalmente in grado di intraprendere una nuova sfida, quella della ricerca e della ricostruzione delle tante storie delle sinistre abruzzesi.