Il filo rosso: storie del PCI in Abruzzo

La storia della sinistra in Abruzzo è come un filo rosso che collega eventi e figure, luoghi e
lotte, vittorie e sconfitte, battaglie ideali e scelte pragmatiche: dipanatelo insieme a noi, in
una mappa interattiva che, a partire dai documenti del nostro archivio, costruiremo mese
dopo mese, anno dopo anno

Ortucchio, 14 ottobre 1944

Il fronte è passato, ha lasciato distruzioni e lutti, ma la guerra finalmente è finita e si può coltivare la speranza. O almeno così sembra ai braccianti, ai contadini e alle donne di Ortucchio, nella Marsica. E invece, a ottobre, c’è il primo dei molti, sanguinosi eventi del dopoguerra, che segna la ripresa delle lotte del movimento contadino in Abruzzo.
Ve lo raccontiamo con questo documento tratto dal nostro archivio.

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I cent’anni di “Tom”, il dirigente comunista nato negli Usa amico di Di Vittorio

estratto foto

Il ricordo di Luigi Di Paolantonio:
dalla Cgil al Parlamento, una vita spesa per i lavoratori

PESCARA – Avrebbe compiuto cent’anni proprio domani, 9 maggio. Luigi “Tom” Di Paolantonio rappresenta di sicuro una delle figure più importanti e significative della storia del Movimento operaio abruzzese, di cui è stato dirigente politico e sindacale, oltre che parlamentare della Repubblica.
Nato negli Stati Uniti nel 1921 a Downingtown, West Chester, Filadelfia, da una famiglia di origini teramane, ultimo di tre figli, era tornato in Italia nel 1923: anche se il destino – di lì a qualche anno – avrebbe portato la famiglia a dividersi di nuovo: con il padre e i fratelli più grandi costretti a riprendere la via dell’emigrazione americana per poter mantenere il resto della famiglia rimasta in Italia.
A far ritrovare Luigi con uno dei fratelli, Albert, sarà la guerra: lui ufficiale granatiere dell’esercito italiano, l’altro combattente nell’esercito degli Usa.
Premessa, questa, per la sua successiva adesione al movimento resistenziale: 
«L’8 settembre – ricorda così il professor Piernicola Di Girolamo dell’Università di Teramo e componente del Comitato scientifico della Fondazione Abruzzo Riforme, che lavora all’acquisizione della ricchissima raccolta di testi e documenti di “Tom”– lo vede intento ad organizzare con gli antifascisti romani la disperata resistenza di Porta San Paolo. Nel tentativo di attraversare le linee nemiche per raggiungere gli Alleati, fu catturato dai nazisti e rinchiuso nel campo di concentramento di Bussi, da cui successivamente fu trasferito a Teramo con destinazione Buchenwald. Riuscì a fuggire, per partecipare alla Resistenza».
Da qui inizia un percorso che segnerà la sua intera esistenza di leader politico e sindacale: 
«Dopo aver aderito al Partito Comunista – dice ancora Di Girolamo – partecipò nel giugno 1944 alla Liberazione di Teramo da commissario politico partigiano; nel dopoguerra iniziò l’attività sindacale nella Cgil diventandone Segretario di Teramo». Un incarico, questo, che segnerà la nascita di una vera e propria epopea, come dirigente sindacale, intorno al suo nome: «Prima nelle lotte della Val Vomano degli operai impegnati nella costruzione degli impianti elettrici, poi nella mobilitazione attorno al “Piano del Lavoro” lanciato dalla Cgil di Giuseppe Di Vittorio al Congresso di Genova del 1949 che costituì il faro delle lotte per lo sviluppo della Italia uscita distrutta dalla guerra».

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21 Settembre 1944 Si apre la sezione del PCI a Bomba

di Giuseppe Caniglia   21.01.2021

Nelle elezioni amministrative del 1920 i socialisti conquistarono maggioranza e minoranza al Comune di Bomba e diedero inizio ad un’intensa attività: lavori di sistemazione del cimitero. venne recintato (prima vi pascolavano gli animali), avviata la raccolta di sottoscrizioni per aprire una sala cinematografica, approvato il progetto per la realizzazione del Monumento ai Caduti nella 1^ guerra mondiale, in fase di costituzione la Cooperativa di Consumo, ecc.
Nel Congresso socialista provinciale del 1920 il dott. Gabriele Impicciatore fu eletto nel Comitato Federale del PSI.

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Appunti per una storia sulla nascita del Pcd’I in Abruzzo

di Angelo Staniscia.   Atessa, 21 gennaio 2021

Il 21 gennaio del 1921 nasce a Livorno un nuovo partito, il Partito Comunista d’Italia, sezione della Terza Internazionale.

Non fu questo un evento inatteso ma la naturale conclusione di un dibattito avviato, dagli esponenti della sinistra socialista, appena dopo la Rivoluzione d’Ottobre.

Pochi giorni dopo la rivoluzione sovietica, i rappresentanti della corrente rivoluzionaria socialista si incontrarono clandestinamente (era ancora in corso la guerra) a Firenze - a casa del socialista, avvocato, Mario Trozzi - per discutere di come conquistare il potere attraverso la rivoluzione, così come era avvenuto in Russia. Vi parteciparono, fra gli altri, Amedeo Bordiga e Antonio Gramsci, i quali saranno i principali protagonisti del nuovo partito. Nell’ottobre del 1920, a Milano, i dirigenti della corrente rivoluzionaria del Psi stilarono un manifesto, una sorta di base programmatica per la costituzione della frazione comunista  (allora si chiamava così) all’interno del Psi. In occasione del convegno  che si svolse a Imola il 28 novembre dello stesso anno, la frazione comunista si diede una struttura organizzata e decise l’adesione all’Internazionale Comunista. Questa componente del Psi si dotò anche di strumenti di propaganda: a Napoli fu avviata la pubblicazione del periodico Il Soviet - diretto da Bordiga - e a Torino L’Ordine Nuovo, diretto da Gramsci, divenne sempre più sostenitore della frazione comunista. 

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